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08/05/2011

TESTO CRITICO di Barbara Pagnini (2011)

Anja Kunze –
Alta, profondi occhi neri, animo inquieto .
L’ho conosciuta per caso e subito mi è piaciuta.
Sembra un diamante grezzo ancora tutto da smussare, ma sfacciatamente puro.
Immediata, istintiva, passionale, Anja è come la sua arte. Sembra uscire dalle viscere del suo essere, come un grido, o uno schiaffo, a volte improprio ed ecclatante.

L’inconscio, il non- sense, l’azzardo, il fuori dalle regole, la provocazione, il mistero… e poi in tutto questo trovi una goccia di dolcezza, un tenero parto, un fiore, un cavallo, che dal caos onirico fa di tutto per apparire.
I colori spiccano con forti contrasti continuando a mescolarsi come scegliendo liberamente il proprio destino, anarchici si, ma con il giusto rispetto l’uno dell’altro.
Sgocciolature trasudano dai quadri come se le tele fossero strati di pelle umana, i colori scorrono come sangue nelle vene e si raccolgono in sacche vitali, così che il colore non muore, non muore l’emozione, ma si trattiene, non solo nell’attimo rappresentato, ma dentro la stessa tela, pronta per sbaglio a scolare di nuovo.
E’ una scoperta continua Anja, ti colora la vita, forse te la invade anche con forza, perché preferisce il tormento al silenzio, il sogno al disincanto, il rifiuto all’indifferenza.

Barbara Pagnini

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