Uno sfolgorio di colori contrastanti, un intrico di forme che s’ incrociano e si sovrappongono in un gioco cromatico violento, captano l’attenzione di chi osserva le pitture, per lo più di grande formato, di Anja Kunze. E sono i colori primari del rosso, del giallo, del verde e del blu, quelli che più accendono di vitalità i suoi dipinti. Si tratta di immagini prorompenti ma nello stesso tempo poetiche, capaci di scatenare corrispondenze psichiche nell’osservatore che, incuriosito, attratto, affascinato dal caleidoscopio di colori, cerca di indovinarne il significato e intravede, a volte tra le chiazze colorate, un profilo di viso umano deformato o la testa innocente di una capra da sacrificare. D’altronde lo stesso Kandinskij, il padre dell’astrattismo lirico, nei suoi dipinti, tra la grande varietà di colori, non rinuncia a una forma larvata di iconografia. Una cosa è certa: l’arte contemporanea stimola molto la capacità immaginativa dell’osservatore e lo sforzo interpretativo lo avvicina di più all’autore rendendolo partecipe dell’effetto dell’opera. Ad esempio, “Piccoli miracoli” fa avvertire quasi un arpeggio di tinte bianche gialle verdine che risvegliano il ricordo delle stalattiti delle rocce.
“La regina” su un fondo celeste latteo fa sognare un viso ornato da una fluente chioma rossiccia agitata da mosse di danza che sollevano la vaporosa veste gialla. In “E’ lui” colpisce il prognatismo che si profila di fianco e anche il cipiglio superbo del personaggio. Le opere di Anja risvegliano immagini sopite nell’inconscio dell’osservatore. Egli intuisce che le opere che ha davanti corrispondono all’esplosione immediata e vigorosa della forza psichica della giovane pittrice che istintivamente fa esplodere il grumo che ha dentro, nei riguardi della società attuale. Quindi nonostante l’immediatezza dell’espressione e il soffuso lirismo, nelle opere di Anja Kunze traspaiono anche sottigliezze intellettuali. Ad esempio, una sorta di metafora sulla natura umana può essere il dipinto che evidenzia il lato grottesco, peggiore dell’umanità.
Quest’ opera, diversa dalle altre, quasi monocromo nel suo grigio-marrone, rivela la natura autentica dell’uomo spesso sotto un’apparenza di perbenismo. Nel quadro una pioggia dilava l’esteriorità mostrando la nudità esistenziale dell’uomo. E’ un’opera che rivela l’esperienza interiore dell’artista, l’angoscia che a volte l’attanaglia, un’angoscia riguardante in generale, la difficoltà del vivere. Quest’opera fa riaffiorare alla mente il dipinto di Bacon, “Ritratto di papa Innocenzo X” (1953) in cui l’artista irlandese manifesta la sua concezione disincantata anzi disperata della vita ma non per questo egli vi si sente domato. A parte le interpretazioni che l’osservatore dinanzi alle opere di Anja Kunze, è sollecitato a cercare, egli è incuriosito ed ammirato anche della novità della tecnica di questa giovane pittrice. Lo sfolgorio delle tinte non offusca la pregevole matericità delle opere: vistosi filamenti bene in risalto impreziosiscono le tele e si aggiungono ai più noti coaguli e scolature di vernice. I corposi rilievi di diverso tipo (filamenti, puntini, striature…) interrompono la piattezza del colore e insieme al contrasto dei riflessi delle tinte con l’opacità buia del fondo, rendono di pregio la opere di Anja Kunze.
BREVE BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Anja Kunze è una giovane pittrice nata in Germania, a Reichenbach – Vogti nella zona di Dresda. Per impulso interiore ha cominciato a dipingere da ragazzina perfezionandosi successivamente in corsi specifici. Il primo di diversi premi, quando aveva 12 anni. Significativa la sua collaborazione con European Federation Of Youth Work Organisation. Dal 2003 si è trasferita in Italia e attualmente vive a Francavilla al Mare, (CH ).
Anna Cutilli Di Silvestre