Verso d’io, ascoltare sé stessi?
Molte cose non si possono dire neanche a se stessi. Lo disse Dostoevskij. E dunque è l’inizio di un abbagliante percorso cromatico. Un luogo dove regna la perfezione. E’ l’intimità che si offre allo sguardo. E’ il colore che si rigenera, dopo la decadenza sbiadita dal continuo accattonaggio artistico del tempo frenetico di brevità metropolitane. Merito di Anja Kunze, che della superba eleganza cromatica fa ragione di vita.
L’invadente modernismo del nostro tempo intrappola le geometrie artistiche, ma l’autenticità del colore scende sulla terra, si trasforma in invisibilità, intrisa di prepotente silenzio, e il colore diventa vibrazione onirica. Anja racconta quel silenzio, dà vita a invisibili eleganze. Ne fa la sua cifra stilistica. Malinconica dolcezza è il cromatismo dell’artista, un eterno rincorrersi nell’infinito. Anja, offre forme umane, dove l’invisibile è realtà, dove nulla è definibile, poiché è altro. E’ l’armonia del cosmo che avviluppa la terra!
Un mondo invisibile, ancorché trasparente è la pittura di Anja che solo può recare con sé tutto l’amore di cui è capace l’arte ; una sensazione, un brivido, ti tocca con lo sguardo, nel silenzio impenetrabile dell’inquietudine innocente del rintocco cardiaco.
Noi siamo Anja, quando increduli e affabulati, catturati da un irresistibile fluido magico, siamo preda di lei. Anja è il destino, si lascia trasportare, e delizia gli spettatori con i ritmi di cristalli luminosi, gravidi di infinite luci. Un vortice poliedrico di sognanti emozioni, una tempesta solare, che stravolge il senso comune. E dunque, sulla scena si racconta il silenzio che reca cose sempre nuove, è il “Resto”, quello che arriva allo sguardo, una perfezione che viene da lontano, che va oltre la percezione. E’ la poesia di quello che rimane, togliendo tutto quello che non si è, appunto –IL RESTO – , è quel brivido che scuote la pelle e che fa percepire l’ascolto reale dell’infinito che ribolle nelle profondità più intime; è quella ricerca che porta a Dio (e D’io?).
E’ l’ultramondo di Anja, che impone metamorfosi agli occhi, attimi sfuggenti ma inesorabili, siamo sconosciuti, si è altro, lontano da noi; siamo furenti cosmogonie! Nulla è definibile per Anja, definire è limitare, dare un nome, usare la logica è pura velleità, i suoi colori generano perfezione della realtà.
E dunque, l’artista si offre alla visione; un percorso emozionale, che come un itinerario di raffinata genialità si moltiplica in sei sezioni, ognuna della quali ha un suo modo di essere, come se volesse apparire una stella a parte di una interminabile galassia, ma che nell’intreccio della realtà cromatica ha un legame silenzioso, un messaggio invisibile che svela la perfezione dove nulla è più umano, poiché non basta più il pensiero, né le parole. Un luogo interiore, figlio di lunghi viaggi; la metafora ideale di uno specchio che vive e ci deforma negli abissi più impensabili, ma dove davvero siamo noi stessi, lontani e assenti dalle fanatiche apparenze e dalle ottuse ipocrisie del tempo umano della normalità quotidiana.
Sarà il Park Hotel Alcione di Francavilla al Mare, nella sua ordinata eleganza, a farsi testimone dell’evento e sarà occasione di incontro di intelligenze creative.
Sei sezioni daranno vita all’itinerario artistico di Anja
- Molto : è la vita normale interiore che si ascolta (è il D’io dentro Dio)
- Disidentificazione: è l’artista che è strumento dell’invisibile
- Silenzi: è il racconto di cose nuove
- Specchi :quello che ci circonda, e siamo noi…
- Essere interiore: è l’attimo magico in cui si percepisce l’infinito di noi stessi…
- Perfect Gold: l’uso dell’oro è la provocazione. Il materialismo che si interroga, e diventa Ora quando la ricchezza si completa.
Ma è l’arte stessa, dorata, unico mezzo di comunicazione che colpisce con il brivido e non ti fa capire. E quello che rimane in noi altro non è che il Resto.
Appunto: il titolo dell’evento. RESTO
URANUS – (francescodirocco)
http://www.abruzzonotizie.com/verso-dio-ascoltare-se-stessi/
VERNISSAGE 23 SETTEMBRE 2017 ORE 19